olio su tela, cm 131×85
firmato e datato in basso a destra P. Conti 1922
È un motivo tipicamente contiano, sin dalle nature morte giovanili, quello del riquadro spaziale mosso in diagonale, su cui è fondata anche l’opera Dopo il bagno. Un’esercitazione curiosa che non ha ulteriori riscontri in questa forma, benché sia una raccolta di episodi, movenze, particolari caratteristici dell’autore, che ritroviamo soprattutto in disegni ed esercizi grafici. D’altra parte, essa è un esempio della vasta cultura di Conti e della sua disposizione a riviverla a seconda degli estri momentanei e degli umori personali: dagli interni della pittura olandese a quelli secenteschi di un La Tour o del manierismo fiorentino, arrivando sino alla pittura dei macchiaioli e dei contemporanei Manet e Picasso. Ma è chiaro che il pittore è alla ricerca di una tonalità, e in questo caso la trova in un tocco di imponderabile assurdo.