olio su tela, cm 45×44

firmato e datato in alto a sinistra

  1. Conti 1919

La Natura morta: pera, pina e uova trasferisce il lirismo delle Parole in libertà e il vigore del carattere tipografico futurista agli oggetti, avendo cura di porli in un curioso isolamento, grazie all’ombra profonda che li circonda. Dipinta nell’estate del 1919 ad Antignano, quando Conti lavora insieme a Pavolini alla rivista “II Centone” e alla redazionme del Manifesto della Pittura Analogica, che resterà inedito, è il movente di autorevoli discussioni tra i due amici, alla ricerca di nuove formule espressive. È particolarmente rappresentativa del momento in cui sul futurismo di Conti si innesta deliberatamente quella tonalità metafisica che vi aveva sempre occhieggiato. Approfondendo la radice espressioni sta della stessa metafisica dechirichiana con una impronta “plebea” desunta dalla poesia di Campana, questo frangente ha soprattutto la funzione di risvegliare l’istinto pittorico di Conti e di farlo riaccostare alla grande lezione del Seicento, che Roberto Longhi riproponeva in questi anni.