(Torino, 1896 – Kabul, 1934), poeta e narratore, abbraccia fin dalla giovinezza il credo futurista al quale aderisce formalmente con l’opera del 1916 “Equatore notturno”. Attratto da esperienze nuove e stimolanti, entra in contatto con artisti stranieri come Apollinaire, Cendras, Cončarova, Tzara e fonda con Bino Binazzi nel 1916 a Bologna la rivista “La Brigata”, testimone di una ricercata apertura nei confronti della cultura d’oltralpe. Nazionalista e interventista, entra in politica attraverso un’intensa attività giornalistica come corrispondente dalla Romagna, dove insegna e dove fonda 1919 il primo fascio di combattimento. Collaboratore del “Popolo d’Italia” (1921-1923), vice direttore de “Il Resto del Carlino” (1923), direttore insieme a Dino Grandi della Casa Editrice Imperia (1923), nel 1928 Meriano intraprende la carriera diplomatico-consolare prima a Odessa, poi a Rabat, dove fonda il quindicinale conservatore “L’Ala Italiana” (1932), poi a Spalato ed infine, come ministro plenipotenziario, a Kabul.
Il Fondo Francesco Meriano si divide nelle seguenti sezioni: Corrispondenza, che raccoglie le missive indirizzate a Meriano da più di 560 mittenti, fra cui si ricordano Marinetti, Tzara, Apollinaire, De Chirico, Carrà, Binazzi, Bontempelli, D’Annunzio, De Pisis, Aleramo, Montale, Mussolini, Negri, Novaro, Papini, Prampolini, Raimondi e numerosi altri; Corrispondenza di incerti e Corrispondenza di non identificati; Manoscritti di Bino Binazzi, composta dai 61 manoscritti che Bino Binazzi ha lasciato all’amico Meriano per motivi di stretta collaborazione.