(Firenze, 1904 – Roma, 1972), scrittore e organizzatore culturale, fonda nel 1926 “Solaria”, “rivista mensile di arte e idee sull’arte” che si impone subito nel panorama culturale italiano per l’apertura verso le voci letterarie europee (Proust, Joyce, Gide, Valèry), la lungimiranza verso autori esordienti ma destinati ad un grande avvenire (Gadda, Vittorini, Quarantotti Gambini, Bonsanti, Loria), la rivalutazione critica di autori quali Tozzi e Saba. Sulle pagine della rivista e nelle edizioni che ne portano il nome, Carocci pubblica le sue prime prove letterarie, “Narcisso” (1926) e “Il paradiso perduto” (1929). Nel 1936 “Solaria” conclude la sua stagione e Carocci, con Gino Ca’Zorzi, fonda “La riforma letteraria” che però ha vita breve, concludendosi nel luglio 1938. Nel 1941, con Gino Ramat, Carocci fonda un nuovo periodico “Argomenti”, dal netto carattere antifascista, elemento che ne segnerà la fine dopo soli nove numeri. Nel 1942 si trasferisce a Roma dove la sua opposizione al fascismo diventa resistenza attiva attraverso la collaborazione all’organo del Partito d’Azione “Italia libera”. Dopo la liberazione, Carocci pensa ad un nuovo periodico, una “rivista di idee” e di letteratura che nascerà nel 1953, con l’apporto di Moravia, e che già dal titolo, “Nuovi argomenti”, si propone come un’ideale continuazione di quella che l’aveva preceduta. Si impegna nella politica attiva e nel 1963 viene eletto deputato. Colpito da una grave malattia, trascorre gli ultimi anni di vita in un’assoluta immobilità. Nel 1969, dopo una vicenda editoriale di oltre trent’anni, esce nell’indifferenza generale il suo unico romanzo “Un ballo dagli Angrisoni”.
Il Fondo Alberto Carocci si divide nelle seguenti sezioni: Corrispondenza, che costituisce la quasi totalità del materiale del fondo, che raccoglie i circa 5.000 pezzi, tra lettere, cartoline, biglietti, telegrammi, inviati a Carocci da personalità di spicco della cultura italiana novecentesca quali Bacchelli, Baldini, Bemporad, Benco, Bompiani, Bonsanti, Borgese, Bottai, Calamandrei, Colacicchi, Comisso, Contini, De Benedetti, Einaudi, Evola, Ferrata, Ferrero, Franchi, Gadda, Grande, Gromo, Guarnieri, Lanza, Loria, Montale, Moravia, Morovich, Noventa (Gino Ca’Zorzi), Pavese, Pavolini, Prezzolini, Quarantotto Gambini, Raimondi, Saba, Silipo, Solmi, Stuparich, Tecchi, Terracini, solo per citarne alcuni; in questa sezione si trovano anche le minute, per lo più dattiloscritte, che Carocci ha diligentemente conservato e che consentono la ricostruzione di interi carteggi come, ad esempio, quello con De Benedetti, Einaudi, Ferrara, Ferrero, Gadda, Morovich, Noventa, Tecchi, Pavese, Tecchi, Terracini; Manoscritti, che conserva progetti e pagine sparse riconducibili alla produzione letteraria di Carocci e il dattiloscritto inedito “Sergio Donati”; Varie, in cui è confluito il materiale amministrativo attinente alla gestione delle riviste fondate da Carocci, per la maggior parte riferibile a “Solaria” e quello relativo alla sua professione di avvocato; Periodici, con le annate 1926-1933 di “Solaria” rilegate in otto volumi.