(Napoli, 1884 – Livorno, 1977), artista poliedrico e dalla formazione autodidatta, acquisisce presto una sicura padronanza nel disegno e nella composizione di parole e musica per canzoni napoletane. Nel 1906 pubblica il fascicolo “Piedigrotta Cangiullo” (Napoli, Tipolitografia Elia) e raccoglie in un taccuino una serie di poesie in vernacolo dal titolo “Verde nuovo” (il documento è conservato nell’Archivio della Fondazione). Nel 1910 legge per la prima volta un manifesto futurista e ne resta folgorato. Entrato ufficialmente nel movimento due anni dopo, collabora alle riviste futuriste e nel 1916 pubblica “Piedigrotta. Parole in libertà”. Prende parte alla stagione del teatro sintetico e tra il 1921 e il 1923 dà il contributo più significativo al futurismo con la teorizzazione, l’organizzazione e la gestione del “Teatro della sorpresa”, ideato insieme con Marinetti a Napoli. Il fallimento dell’impresa, destinata a rifondare totalmente i paradigmi del teatro tradizionale, determina la rottura con il movimento. Nel 1924 Cangiullo esce dal Futurismo. Nel 1930 pubblica “Le serate futuriste” a cui seguono molte altre opere narrative e poetiche che testimoniano l’inizio della stagione delle memorie.
Il Fondo Francesco Cangiullo si divide nelle seguenti sezioni: Corrispondenza, che raccoglie lettere indirizzate a Cangiullo da vari mittenti, fra i quali Balla, Govoni, Marinetti, Papini, Soffici, Vallecchi, il carteggio Marinetti-Cangiullo, parzialmente in copia fotostatica e un piccolo nucleo di lettere di Cangiullo a vari destinatari fra i quali si ricorda Palazzeschi; Manoscritti, che raccoglie testi letterari, soggetti cinematografici, il taccuino di prove poetiche “Verde nuovo”, alcuni spartiti e numerose pagine sciolte di vario genere (ricordi, racconti, saggi, articoli); Fototeca, che conserva 44 fotografie, per lo più ritratti di Cangiullo da giovane e in età matura; Rassegna Stampa, una raccolta di articoli di Cangiullo dal 1916 ai primi anni ’60 e una serie di articoli su Cangiullo di diverse annate (dal 1950 agli anni ’70); Periodici, fra cui si segnala il numero unico di “Arte futurista italiana 1909-1929”, a cura di Pippo Rizzo; Varie, dove sono raccolte bozze di stampa, appunti, depliants, inviti, cedole di commissione libraria, cataloghi di esposizioni di Cangiullo e pubblicazioni a lui dedicate; Biblioteca con le opere di Cangiullo “Serate futuriste”, “Piedigrotta” e “Poesia pentagrammata” e alcuni volumi con dediche di Soffici, Marinetti e Palazzeschi.