(Viterbo, 1893 – Roma, 1951), pittore e scultore, eredita una disposizione naturale all’arte dal padre Enrico, anch’egli artista e pittore, esponente della media borghesia illuminata di Viterbo, dove fonda la Scuola di Arti e Mestieri. A questa inclinazione si unisce presto un profondo interesse per l’antichità e il Rinascimento, influenzato anche dagli insegnamenti di Ettore Ferrari, suo maestro all’Accademia di Belle Arti di Roma, che si segnala proprio per la sua cultura rimeditata su Donatello, la scultura barocca, in particolare il Bernini e la statuaria classica. Ha pochi ma profondi legami: con la moglie e modella di tutti i suoi nudi femminili, Serafina Pisciarelli, e con lo scultore, amico fraterno, Attilio Selva.
Le Carte Silvio Canevari, donate alla Fondazione nel 1994, sono costituite dalla documentazione epistolare e iconografica relativa al Monumento ai Caduti di Pistoia, imponente scultura realizzata dall’artista nel 1925 in Piazza Mazzini. La Corrispondenza, interamente in fotocopia, raccoglie alcune delibere consiliari sull’assegnazione dell’incarico e sull’ubicazione del monumento, unitamente a comunicazioni varie relative all’avvio dei lavori e alla scelta dei materiali. La Fototeca raccoglie 21 fotografie della scultura, per la maggior parte particolari, mentre lo studio di C. Frulli, Il monumento di Silvio Canevari ai Caduti di Pistoia (in «Artista. Critica dell’arte in Toscana 1992», Casa Editrice Le Lettere, 1992), ricostruisce la vicenda storico-artistica dell’opera.