(Figline Valdarno, Arezzo, 1878 – Prato, 1930), poeta e prosatore, frequenta il liceo ad Arezzo ed avvia gli studi superiori a Firenza ma, a causa delle difficoltà finaziarie della famiglia, prosegue come autodidatta. Insegna presso vari collegi e scrive i primi libri di versi (“Eptacordo”, 1907, “Canti sereni”, 1909, “Turbini primaverili”, 1910, “Oltre il dolore”, 1911). Abbandonato l’insegnamento, si dedica all’attività giornalistica prima come redattore del fiorentino “Fieramosca” poi del “Giornale del mattino” di Bologna su cui si farà portavoce dell’interventismo allineandosi con le posizioni del gruppo futurista fiorentino. Diviene amico di Palazzeschi, Papini e Soffici sposando del futurismo gli aspetti meno retorici e altisonanti a tutto vantaggio di una rinnovata capacità di immergersi nel tempo a lui contemporaneo. Nel 1916, a Bologna, fonda con Francesco Meriano la rivista “La Brigata” dove appaiono i versi che saranno poi raccolti ne “La via della ricchezza”, la sua opera più significativa, pubblicata da Vallecchi nel 1919. Il fascismo lo vede in un primo momento tra i suoi seguaci ma l’uccisione di Matteotti (1924) lo allontana dall’ideologia imperante e lo consegna ad un isolamento culturale accentuato anche da una serie di disgrazie familiari. Dopo la morte la sua produzione poetica viene raccolta nel volume “Poesie” (1934) con un’introduzione di Soffici. Postuma è anche la raccolta dei saggi, “Antiche, moderni e altro” (1941).
Il Fondo Bino Binazzi è diviso nelle seguenti sezioni: Corrispondenza, che raccoglie lettere inviate a Binazzi da vari corrispondenti fra i quali si ricordano Soffici, Papini, Carrà, Viani, Svevo, Rosai, Saba, Raimondi, Prezzolini, Meriano, Maccari, Campana, De Chirico, Aleramo, De Pisis; Manoscritti, riconducibili per la maggior parte ai testi poetici di Binazzi confluiti nelle varie raccolte, compresi alcuni inediti e alla stesura di prose di vario genere (novelle, saggi, recensioni); Biblioteca, una raccolta di volumi legati al futurismo, per lo più prime edizioni tra le quali si segnalano diversi volumi di Soffici (“Arthur Rimbaud”, Quaderni della Voce, 1911; “Arlecchino”, Edizioni di Lacerba, 1914; “Giornale di bordo”, Libreria della Voce, 1918; “Primi principi di un’estetica futurista”, Vallecchi, 1920; “Medardo Rosso”, Vallecchi, 1929); Periodici, con “La rivista letteraria”, Roma, Serie I, vol.2 (maggio 1920); Varie, che raccoglie materiale a stampa di diverso genere (ritagli, bozze, articoli, pubblicità).