(Lugo, Ravenna, 1880 – Ravenna 1955), compositore e musicologo, allievo di Mascagni, nel 1910 aderisce al Futurismo redigendone i manifesti musicali. Dello stesso anno è, infatti, il “Manifesto dei musicisti futuristi” a cui seguiranno il “Manifesto tecnico della musica futurista” (1911) e “Distruzione della quadratura” (1912). Collabora con la rivista fiorentina “Lacerba” dove pubblica nel 1914 il testo musicale “L’aviatore Dro, op.33” e l’articolo “Gl’intonarumori nell’orchestra” che rappresenta la sua adesione al manifesto di Russolo “L’arte dei rumori”. Interventista convinto, compone negli anni bellici “Inno alla vittoria, op.29” e il “Trio, op.28”. Nel 1918 collabora con il quotidiano bolognese “Il Resto del Carlino” e dal 1919 al 1921 al “Popolo d’Italia”, su invito personale di Mussolini. Compone gli intermezzi musicali del dramma di Marinetti “Il tamburo di fuoco” e dal 1923 al 1927 compone le sue opere più felici “Ninna nanna di bambole, op.44”, “Dono primaverile, op.48”, “Il fabbricatore di Dio, op.46”, “Popolaresca”, composta per gli spettacoli del Teatro della Pantomima futurista. In questi stessi anni non tralascia l’attività di saggista per molti periodici culturali, tra cui il “Pensiero musicale” di Bologna, di cui assumerà la direzione. Significativa la sua attività di etnografo e raccoglitore di canti romagnoli che si inserisce nell’ambito della generale riscoperta del patrimonio musicale nazionale, in linea con l’ascesa del fascismo. Nonostante il male incurabile che lo porterà alla morte, riesce ad ultimare l’“Autobiografia” che sarà pubblicata postuma, a Milano, nel 1971.
Il Fondo Francesco Balilla Pratella si divide nelle seguenti sezioni: Corrispondenza, senz’altro la sezione più cospicua, che raccoglie le lettere indirizzate a Pratella da numerosi corrispondenti fra i quali Bacchelli, Balla, Bastianelli, Boccioni, Bragaglia, Broglio, Cangiullo, Corradini, De Pisis, Farfa, Fillia, Marinetti, Mazza, Missiroli, Mussolini Benito e Arnaldo, Palazzeschi, Pizzetti, Settimelli, Viani; Manoscritti, che registra la presenza di due dattiloscritti a firma di Remo Chiti e Emilio Settimelli; Rassegna Stampa, che conserva gli articoli tratti da quotidiani e riviste sull’opera di Pratella, da quest’ultimo riuniti e sistemati in quaderni variamente titolati (“Pro memoria”, “Articoli sul Futurismo”, “Pro musicisti futuristi”); Periodici, con varie testate fra le quali si ricorda “Comoedia”, “L’osservatore”, “La fiera letteraria”, “Stile futurista”, “Noi”; Materiale a stampa, che raccoglie bozze, fogli sparsi, fotocopie di lettere presenti in originale nella sezione Corrispondenza; Biblioteca, una raccolta di prime edizioni legate al futurismo, spesso con dedica.