Federigo Tozzi negli archivi della Fondazione Primo Conti

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FONDO FRANCESCO MERIANO

Gentilissimo Signor Meriano
Ho letto con piacere molte liriche di Epicedi, e per lo più mi sono piaciute: più di tutte – senza aver la pretesa di non sbagliare – Notturno di vento. Ma che io gliene parli in qualche giornale è proprio impossibile, perché non ho nessun giornale a mia disposizione e tanto meno la possibilità di far critica letteraria. Infatti – non so se per mia fortuna o sfortuna – lei non avrà mai occasione di leggere un mio articolo!
Ho visto che alcune delle sue buone qualità si sono accresciute, perché la lirica in Lacerba è un passo innanzi.
Ma non so da vero perché ora sia di moda imitare a quel modo – da tanta gente – il Mallarmé; ossia, la sua maniera. Badi, però, che ogni lirica del Mallarmé è una cosa a cui non si potrebbe togliere né meno mezzo verso senza far diventare stonata la sua consistenza musicale (inutile, del resto, io credo); mentre le liriche e le prose che ora si fanno si possono allungare o scorciare a seconda della voglia che si ha o no di scrivere. E si assicuri che il Papini e il Soffici – ambedue di molto ingegno – avendo anche buon senso, si staccheranno presto da queste troppo facili imitazioni, così com’hanno piantato in asso il naufragante marinettismo.
Vedrà che fra qualche anno anche lei cercherà di ritrovare sé stesso.
Mi scusi tanto se forse troppo liberamente ho detto quel che penso; ma l’ho fatto con schietta simpatia e con l’augurio di leggere cose sue sempre migliori e più definitive.
Salutandola,
suo dev.mo

Federigo Tozzi
Via Parioli 6
Villa Sbricoli
Roma
Aprile 27 – 1915

Lettera con busta, 2 cc. r e v
Pubblicata in: Federigo Tozzi, Mostra di documenti a cura di M. Marchi con la collaborazione di G. Tozzi, Comune di Siena-Università degli Studi di Siena-Regione Toscana-Gabinetto G.P. Vieusseux, Firenze, 1984, pp. 72-73

Roma, 10 ottobre 1919.

Egregio Signor Meriano. L’avverto che a tutt’oggi non ho ricevuto nulla dal Vallecchi. E l’avverto che, non pubblicandosi più il Messaggero della Domenica, non m’è più possibile occuparmi dei libri. Nel Messaggero quotidiano non farò recensioni che in casi eccezionalissimi. Per esempio: sto preparando un breve studio sul Fucini, a proposito di Napoli a occhio nudo. In ogni modo, se le è a grado, le scriverò il mio parere su Croci di legno. Pure che mi sia mandato.

Federigo Tozzi

Cartolina postale, 1 c. r e v

Roma, 25 ott. 1919.

Egregio Signor Meriano. Ho avuto Croci di legno e le ho lette. Le dirò brevemente e francamente quel che ne penso; secondo il suo desiderio. Ella ha una fantasia, che non si attenua mai; né meno quando sembra che la sua sensibilità più realistica debba prevalere. Ne deriva una lirica sempre densa e avvolgente; che va di là dallo stato d’animo essenzialmente puro e semplice. Una specie di polpa: dove, naturalmente, ci sarebbe da scegliere; e, nello stesso tempo, da sviluppare; tanto è abbondante e manifesta…
Di Lei, dev.mo

Fed. Tozzi.

Cartolina postale, 1 c. r e v